Mimesis eLit
la collana dedicata ai talenti della narrativa europea
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Due parole con Angelo Izzo

Angelo Izzo, dall’Istituto Italiano di Cultura di Lubiana
gennaio 30, 2017 Redazione
Angelo Izzo

Angelo Izzo, ex-direttore dell’Istituto Italiano di Cultura a Lubiana (ha terminato il suo mandato a giugno 2016, con questo suo saluto), ci ha anticipato alcuni elementi di riflessione sul panorama letterario sloveno e il suo mercato editoriale.

È ben consapevole, e ne sottolinea la peculiarità, che la Slovenia è una terra contraddistinta da «una particolarità storica e ambientale sovente sottovalutata, ovvero dall’attiva presenza di una “minoranza nazionale italiana autoctona”, che ha pure prodotto una sua letteratura, non solo legata ai temi dell’esilio e della lontananza dall’Istria».

Q: Qual è lo stato attuale del mercato editoriale sloveno?

«Il mercato editoriale sloveno, in verità, presenta dimensioni circoscritte, ma anche una percentuale significativa di lettori assidui, testimoniata tanto dalle statistiche europee quanto dal numero di piccole case editrici e di biblioteche pubbliche presenti sul territorio, queste ultime anche in villaggi di media montagna.
Le case editrici attingono ancora oggi a finanziamenti pubblici (esiste anche un’agenzia del libro), ma le dimensioni del mercato non permettono appunto né ampie tirature né riduzioni dei prezzi di copertina. Tuttavia, l’interesse per la narrativa e soprattutto per la poesia è in qualche modo sorprendente.»

Q: Quindi lei ci parla di un popolo che, nonostante le difficoltà di un mercato editoriale ristretto ed elitario perché costoso, è in realtà molto attento e interessato alla cultura letteraria. Quali sono le ragioni che spiegano questa dimensione?

«Lo sloveno, per storia e radicata tradizione “asburgica” (e stili educativi socialisti), è un popolo “letterario” a tutti gli effetti. Esiste una slovenità priva di un’articolazione nazionale istituzionalizzata – in termini geopolitici intendo – se non da 25 anni a questa parte, che è sopravvissuta ai naufragi che questo piccolo popolo ha dovuto affrontare proprio in ragione della “salvezza della lingua” e della sua religiosa conservazione. Lo stesso pantheon nazionale, a pensarci, è composto da poeti più che da statisti.»

Infine, interpellato circa le relazioni traduttive tra Italia e Slovenia, Angelo Izzo ricorda il poeta sloveno Srečko Kosovel, nato e cresciuto sul Carso, la cui breve vita fu segnata dagli avvenimenti storici che videro il crollo dell’impero austro ungarico, lo scoppio della prima guerra mondiale, il passaggio di Trieste all’Italia e l’avvento del fascismo. «Proprio la sua vita, vissuta in una terra divisa, il Carso, testimonia la dicotomia esistente tra questi due paesi, che egli sintetizzò nell’ambivalenza dell’odio-amore».

In fotografia, da sinistra: Angelo Izzo con Jurij Giacomelli, Presidente del Forum Italo-Sloveno, l’artista Bojan Breceli e S.E. Paolo Trichilo, Ambasciatore d’Italia a Lubiana in occasione dell’inaugurazione di una mostra fotografica dedicata alla Laguna di Venezia.

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→ Per la collana Mimesis eLit, Michele Obit ha tradotto dalla lingua slovena in italiano due romanzi:
Niente di nero in vista (2016) di Nataša Kramberger e  La stagione secca (2017) di Gabriela Babnik.