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Non c’è, e non deve esserci

Non c’è, e non deve esserci

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Dodici racconti che dischiudono il microcosmo della famiglia e delle relazioni personali con una prosa minimalista in cui gli oggetti parlano più dei personaggi, antieroi prigionieri della quotidianità. Per la prima volta in Italia la voce di una delle più importanti rappresentanti della prosa breve in Ungheria.

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Edina Szvoren, Non c’è. E non deve esserci, 2017; tr. it. dall’ ungherese di Claudia Tatasciore.
Titolo originale: Nincs, ​és ne is legyen, Platinus Kiadó, Budpest, 2012.

 

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ROMANZO VINCITORE DEL PREMIO LETTERARIO EUROPEO 2015

Dodici racconti che dischiudono il microcosmo della famiglia e delle relazioni personali con una prosa minimalista in cui gli oggetti parlano più dei personaggi, antieroi prigionieri della quotidianità. Per la prima volta in Italia la voce di una delle più importanti rappresentanti della prosa breve in Ungheria

 

ALCUNE PAGINE DEL ROMANZO
scelte per i lettori dalla traduttrice

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Edina Szvoren (1974) insegna solfeggio e teoria musicale al Liceo Bartók di Budapest.

La sua prima raccolta di racconti, Pertu (2010), è stata subito insignita di numerosi premi. L’opera che qui si presenta, pubblicata nel 2012, è stata tradotta in numerosi paesi e lodata dai critici per il suo stile ironico vicino alla prosa analitica di Péter Nádas.

Edina Szvoren pubblica i suoi testi nelle più importanti riviste letterarie ungheresi. Nel 2015 è uscita la sua terza raccolta di racconti.

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Approfondimenti e letture che potrebbero interessarvi 

 

 

Informazioni aggiuntive

Anno di pubblicazione

2017

Traduzione di

Claudia Tatasciore

Codice ISBN

9788857541648

N° pagine

268

Gianluca Massimini – lankenauta.it, 20 marzo 2020
“Non c’è, e non deve esserci”
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Giulia Sperini – mangialibri.com, 14 marzo 2018
“Non c’è, e non deve esserci”
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Andrea Rényi – flaneri.com, 20 febbraio 2018
“Antieroi e microcosmi”
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Gioacchino Toni – ilpickwick.it, 23 gennaio 2018
“Il minimalismo denso di Edina Szvoren”
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Alessandro Zaccuri – Avvenire, 26 novembre 2017
“Szvoren in lingua straniera”
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Cinzia Franchi – Il Manifesto, 16 novembre 2017
“Racconti di un’Ungheria famigliare e quotidiana”
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