Harita Wybrands è una traduttrice dal serbo-croato e dal macedone, una saggista (saggi e lezioni su Levinas, Blanchot, Heidegger, Nietzsche) e una pittrice.
Nata a Belgrado, ha nazionalità francese. È sposata e ha una bambino. Ha studiato Lettere alla Facoltà di Filosofia di Belgrado e Filosofia alle Sorbona.
Ha tradotto in francese 29 libri dalle lingue della ex-Yugoslavia. Tra questi, nell’ultimo decennio:
- Dejan Dukovski: L’autre côté (L’Espace d’un Instant, 2008)
- Vladeta Jerotic: Jung entre l’Orient et l’Occident (l’Âge d’Homme – 2012)
- Miriana Bobitch: La faim (l’Âge d’Homme, 2012)
- Goce Smilevski: La liste de Freud (Belfond – 2013)
- Aleksandar Gatalica: A la guerre comme à la guerre! (Belfond – 2015)
- Gorjan Milosevski: L’Homme qui ne savait pas dire non (Panta Théâtre – 2015)
In quasi quarant’anni di traduzione in francese delle lingue della ex-Yugoslavia (serbo, croato, macedone) è sempre stata sensibile alla differenze (e alle similarità) che una traduzione fa percepire. In poesia e in narrativa è stata in grado di cogliere le infinite sfumature che s’insinuano nei termini, nelle svolte, nella sintassi.
Ritiene che tradurre sia far ascoltare all’altro quello che è vicino e gli echi della distanza che fornisce indicazioni per sognare. Per lei tradurre non significa solo riversare una lingua straniera nella lingua madre del lettore ma anche l’opposto, permettere a ciò che è familiare di risuonare all’estero.
Per la collana eLit ha tradotto dal croato al francese in libro di Faruk Šehić Mélancolie avant l’Apocalypse