VINCITRICE DEL PREMIO LETTERARIO DELL’UNIONE EUROPEA 2013
con Il tavolo di ciliegio (Mimesis Edizioni, 2017); tr. it. dal tedesco di Stefano Zangrando.
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Marica Bodrožić è nata nel 1973 a Svib, in Dalmazia, dove visse con i nonni fino a dieci anni. Nel 1983 si trasferisce dai genitori in Assia, nella Repubblica Federale Tedesca, dove compie gli studi di antropologia culturale, psicologia e slavistica. In Germania ha appreso quella che ha chiama la sua «seconda madrelingua», poi divenuta, come autrice la sua lingua di scrittura.
Ha esordito nel 2002 con il volume in prosa Tito ist tot (È morto Tito, Zandonai, 2010), premio Heimito von Doderer, per gli autori emergenti più promettenti, cui sono seguite diverse opere narrative e poetiche accompagnate da numerosi riconoscimenti.
Fra queste opere, sono stati tradotti in italiano il saggio autobiografico Il mio approdo alle parole. Stelle, colori (Aracne 2012) e il romanzo La memoria delle libellule (Zandonai 2013), primo volume di una trilogia dedicata al rapporto tra memoria, libertà e identità sullo sfondo della storia europea degli ultimi decenni. Il romanzo pubblicato da Mimesis è il secondo capitolo di questa trilogia, conclusa nel 2016 con Das Wasser unserer Träume (L’acqua dei nostri sogni).
Marica Bodrožić è anche traduttrice dall’inglese e dal croato e autrice di testi critici e saggistici su vari autori, fra i quali Nazim Hikmet, Anne Sexton, Dubravka Ugrešić, Danilo Kiš, Joseph Brodsky, Marina Cvetaeva, Elias Canetti e Vladimir Nabokov.
Nel 2007 ha inoltre scritto e co-diretto un documentario sulla sua Croazia. Ha tenuto docenze come visiting professor negli Stati Uniti e corsi di scrittura per varie scuole e università. Oggi vive a Berlino ed è membro del P.E.N. Club Lichtenstein.
Marica Bodrožić [ph. © Peter von Felbert]
