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Tradurre è “dire quasi la stessa cosa”

Tradurre è “dire quasi la stessa cosa”
gennaio 30, 2017 Redazione

«La traduzione è una delle forme dell’interpretazione e deve sempre mirare, sia pure partendo dalla sensibilità e dalla cultura del lettore, a ritrovare non dico l’intenzione dell’autore, ma l’intenzione del testo, quello che il testo dice o suggerisce in rapporto alla lingua in cui è espresso e al contesto culturale in cui è nato.»

(Umberto Eco, Dire quasi la stessa cosa. Esperienze di traduzione, Bompiani, Milano 2003)

In Dire quasi la stessa cosa, volume nato da una serie di conferenze sulla traduzione tenute da Umberto Eco a Toronto, Oxford e Bologna, l’autore racchiude la sua riflessione sulla traduzione.

Il tutto nasce dalla domanda: che cosa vuol dire tradurre? E la risposta sta nel titolo, tradurre significa dire quasi la stessa cosa, una frase che può dire tutto e niente, ma che per Eco dice il tutto.

“Dire”, “quasi”, “stessa” e “cosa” sono parole che non stanno nel titolo per caso, ciascuna di esse rimanda a significati ben più profondi che si addentrano nel nodo centrale della questione sulla traduzione, partendo da esempi pratici e problemi teorici che sorgono nell’atto di tradurre.

Eco ci consegna, attraverso la sua esperienza diretta di traduttore, correttore di tradizione e autore tradotto, uno spunto di riflessione che svelano retroscena e dinamiche spesso invisibili in grado di dare il giusto rilievo all’importanza e alla difficoltà della traduzione.