Miloš Crnjanski nasce il 26 ottobre del 1893 a Csongrád, allora parte dell’impero austro-ungarico, oggi Ungheria.
La famiglia Crnjanski vive in ristrettezze e qualche tempo dopo si traferisce a Temesvár/Timişoara. La vita di colui che sarà destinato a diventare una delle voci più autorevoli della letteratura serba, ex jugoslava nonché europea del XX secolo, assume quindi fin dall’infanzia quel carattere erratico che contraddistinguerà gran parte della sua esistenza.
Dopo il diploma liceale, nel 1908 pubblica a Sombor i primi racconti: la poesia Sudba (Destino) e i due racconti Dve jele (Due abeti) e Veljko. Gran parte della produzione letteraria di quel periodo, resta però sconosciuta. Nel 1913 Crnjanski si trasferisce a Vienna, si iscrive alla Facoltà di Filosofia, e comincia a lavorare al dramma Maska (La Maschera).
Le prime manifestazioni degli studenti serbi contro il governo asburgico e il clima creatosi dopo i fatti di Sarajevo del 1914, fanno sì che Crnjanski venga perseguito, ma anziché essere condannato al carcere viene mandato a combattere in prima linea, dove viene ferito.
La sconvolgente esperienza del fronte confluirà nel 1921 nel primo romanzo, Dnevnik o Čarnojević (Il diario di Čarnojević), in cui è già è possibile ravvisare alcune delle costanti tematiche e stilistiche della prosa di Crnjanski. Frattanto, nel 1919 pubblica la prima, fondamentale raccolta poetica, Lirike Itake e 1920 si laurea a Belgrado.
Il 1921 segna un altro evento importante nella vita dello scrittore: sposa infatti Vida Ruzić, conosciuta l’anno precedente a Belgrado, che gli rimarrà accanto per tutta la vita, nonostante le difficoltà, e che sarà la musa ispiratrice del personaggio di Nadja, di Roman o Londonu, Il romanzo di Londra, del 1971, pubblicato da Mimesis eLit per la prima volta in traduzione italiana a cura di Alessandra Andolfo.
Sempre nel 1921, lascia Belgrado e si trasferisce a Parigi, dove inizia gli studi alla Sorbona. Si cimenta in questo periodo nella traduzione di componimenti poetici cinesi e giapponesi dal francese e dall’inglese e pubblica una raccolta intitolata Pisma iz Pariza (Lettere da Parigi).
E’ attivo come pubblicista, per le maggiori testate serbe, tra cui Vreme e Politika. Inoltre è corrispondente dalla Spagna presso lo Stato maggiore di Franco durante la guerra civile spagnola.
Tra il 1927 e il 1928, escono Boka Kotorska, (Le bocche di Cattaro), l’antologia Pesme starog Japana (Poesie dell’antico Giappone) e le raccolte Tajna Albrehta Direra (Il mistero di Albrecht Dürer) e Šekspirovi soneti (Sonetti di Shakespeare). Nel 1928 intraprende la carriera diplomatica, che lo porterà a Berlino, a Lisbona e a Roma: addetto stampa presso l’ambasciata serba a Berlino, Crnjanski comincia a lavorare all’opera Iris Berlina, del 1928.
L’anno successivo esce la prima parte della sua opera più nota, Seobe, (Migrazioni, pubblicato in Italia nel 1992 e nel 1998, a cura del traduttore Lionello Costantini), la cui seconda parte uscirà solo nel 1962.
Nel 1930 e 1931 esplora il genere odeporico, rispettivamente con le opere Ljubav u Toskani (L’Amore in Toscana), e Knjiga o Nemačkoj (Libro sulla Germania”. Nel 1934 pubblica l’opera Sveti Sava (San Sava) e fonda la rivista “Ideje”.
La primavera del 1939 lo trova a Roma, dove scrive Kod Hiperborejaca (Tra gli Iperborei), che raccoglie elementi autobiografici, memorie e narrativa.
Nel 1941 in seguito alla chiusura dell’Ambasciata jugoslava a Roma e all’occupazione nazifascista di Belgrado, Crnjanski, insieme ad altri attaché, si trasferisce prima a Lisbona e poi a Londra come parte del governo in esilio.
Dopo il conflitto mondiale, per alcune sue posizioni non in sintonia con quelle della Jugoslavia titina, continua a risiedere a Londra, in una situazione economica sempre più critica, che lo porterà a svolgere anche lavori piuttosto umili.
Nel 1956, in una particolare condizione di prostrazione materiale e spirituale, disperando di rientrare in patria, compone il celebre Lament nad Beogradom, Lamento per Belgrado (uscito in Italia nel 2010 a cura di Massimo Rizzante), che uscirà per la prima volta a Johannesburg nel 1962.
Nel 1965, finalmente, rientra a Belgrado, dove vivrà fino alla sua morte, avvenuta nel 1977. Due grandi opere usciranno postume: Knjiga o Mikelanđelu (Il Libro su Michelangelo), del 1981 e Embahade (L’Ambasciata), del 1985.