Faruk Šehić, ospite di Book Pride a Milano, racconta «Il mio fiume» e omaggia Ungaretti.
Milano, 25 marzo 2017.
È stato un incontro profondo e significativo. L’autore ha portato alla luce ricordi, rumori ed echi di un passato vissuto in piena Guerra dei Balcani. Questi sentimenti sono tutti condensati nel romanzo Il mio fiume che Mimesis ha appena pubblicato in traduzione italiana.
Nonostante sia stato scritto diversi anni fa, nel 2011 – racconta Šehić – questo romanzo, ancora vivo e pulsante, rappresenta una parte indissolubile del proprio essere. E’ il racconto di un’esperienza di contatto con la guerra: dimenticare, non si può.
Come ogni “scrittore di guerra”, Šehić ha preso le distanze da quel vissuto, ma non può negare un’amara verità: dalla guerra non è possibile allontanarsi. È una condizione che rimane dentro di sé e che si libera solo attraverso la scrittura e la vita.
Sì, quella vita sopravvissuta al dramma, che ha vinto sulla morte, ma che porta le cicatrici «nel corpo e nell’anima».
Non nasconde sia giunto per lui il momento di prendere le distanze per dedicarsi ad altri lavori, ma che ciò risulta impossibile per le continue richieste di traduzioni, ultima delle quali per l’inglese Istros (Quiet Flows the Una, 2016). È come tornare sulle ferite e riaprire continuamente ciò che il tempo tenta di rimarginare.
Il mio fiume è ispirato a un verso di Ungaretti
Il mio fiume racconta di un uomo, ma si rivolge a ogni uomo che nella vita ha combattuto una battaglia. Questa è per l’autore l’utilità della letteratura di guerra. Lo testimoniano i grandi autori di questo filone letterario, tra cui proprio Giuseppe Ungaretti. A una sua dolorosa poesia – Mio fiume anche tu – è infatti ispirato il titolo stesso di questo romanzo.
Prima di congedarci, Šehić ci lascia con il desiderio di leggere nuovamente quelle pagine intrise di poesia; l’autore esprime la speranza di una più solida unione per il futuro dell’Europa. Sono parole autentiche: appartengono a chi ha vissuto una separazione e che vive tuttora in un paese sempre sulla soglia dell’instabilità.
*nella galleria di immagini:
Il nostro autore, Faruk Šehić (al centro), Shady Hamadi (scrittore italo-siriano e giornalista de Il Fatto Quotidiano) e la traduttrice Elvira Mujčić alla presentazione durante la III edizione di Book Pride, il Festival dell’editoria indipendente di Milano [flyer e cartolina evento].